Progetto Rinascita (2023)

da | Apr 19, 2023 | 0 commenti

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1. Descrizione del progetto Rinascita

Attraverso il progetto RINASCITA, il Centro d’Ascolto Ariel intende potenziare il servizio di supporto psicologico alle donne vittime di violenza. Si ritiene infatti che tale servizio sia fondamentale per aiutare le donne vittime ad uscire dal baratro del silenzio protratto negli anni, sfondando i confini della paura, dell’impotenza e della vergogna.

È proprio partendo dalla possibilità di intraprendere un percorso strutturato (individuale e di gruppo) dove accoglienza, ascolto, empatia, reciprocità, fiducia, accettazione incondizionata, assenza di giudizio, comprensione sono le parole chiave, che le donne possono acquisire una nuova consapevolezza di sè stesse in un’ottica di empowerement.

Iniziare un percorso di supporto psicologico rappresenta quasi sempre il catalizzatore per l’avvio di altri importanti (e necessari) percorsi, quali la denuncia, percorsi personalizzati di protezione, pratiche di separazione, ricerca di un lavoro, sostegno psicologico ai figli, etc. 

La violenza, in ogni sua forma, ha sempre un impatto negativo sulla salute globale delle vittime (nel breve, medio e lungo termine). Le conseguenze possono essere dirette o indirette, sia sul piano fisico che psicologico (es. problemi di natura emotiva, comportamentale e relazionale, insorgenza di psicopatologie, messa in atto di comportamenti a rischio) compresa la vita sessuale e riproduttiva della donna.

Anche dal punto di vista del funzionamento sociale della donna vittima di violenza è possibile osservare una sua generale compromissione caratterizzata principalmente da: ritiro e isolamento sociale (anche rispetto alle relazioni più significative); perdita del lavoro; compromissione della capacità genitoriale (reale e/o percepita); compromissione della propria capacità di autodeterminazione, del proprio senso di efficacia e del livello di autostima, aspetto che mina la percezione non solo della donna (rispetto a sè stessa) ma anche degli altri circa la possibilità di queste donne di agire efficacemente nel loro mondo.

Di fronte a questo scenario, diventa fondamentale poter offrire un aiuto professionale in modo che le donne possano raccontare e condividere a piccoli passi la loro storia, facendo emergere vissuti, emozioni, pensieri, paure, fantasie, desideri, risorse in modo da poter rinarrarsi con nuovi occhi e da nuove prospettive così da scrivere un nuovo futuro.

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Tipologie di supporto psicologico

La presente proposta prevede due tipologie di supporto psicologico:

Sostegno psicologico individuale.

Si configura come una vera e propria psicoterapia breve a obiettivi che è importante che vengano concordati e condivisi con la donna per il buon esito del percorso stesso. Si prevedono circa 15 incontri a cadenza settimanale/quindicinale (con follow up a distanza di due mesi al termine del percorso). Il numero complessivo degli incontri potrà essere rimodulato in base alle esigenze/bisogni della donna. Il percorso mira ad offrire uno spazio “protetto”, personale, professionale e strutturato di ascolto e sostegno dei vissuti e delle esperienze traumatiche che ogni donna porta con sè e dentro di sè, in modo da promuoverne l’elaborazione in un ottica di attribuzione di senso e coerenza per far sì che ogni donna possa reinserire queste esperienze all’interno del proprio percorso di vita forti di una nuova consapevolezza. Il sostegno psicologico, inoltre, si pone l’obiettivo di stimolare la riflessione e l’emersione di tutte quelle risorse, di cui ogni donna è portatrice, che fino a quel momento sono rimaste latenti/inesplorate/inascoltate/nascoste. Ciò contribuirà a potenziare l’acquisizione di una sempre maggiore autonomia, autodeterminazione e capacità di adattamento alle nuove condizioni di vita permettendo alle assistite di sperimentare un vissuto di libertà e autoefficacia, sia come persone che come madri. Nei casi in cui si ritenga la famiglia di origine un forte punto di riferimento per l’assistita e una valida risorsa per un’elaborazione più efficace delle dinamiche traumatiche vissute, oltre che strumento fondamentale per lo sviluppo e/o la sperimentazione di dinamiche relazionali sane e funzionali, è possibile prevedere (parallelamente al percorso individuale) degli incontri familiari per un totale di 10 sedute a cadenza quindicinale.

Sostegno piscologico di gruppo

I gruppi di sostegno, condotti e supervisionati dalla psicologa, hanno l’obiettivo di potenziare la forza emotiva e psicologica, riattivare le risorse individuali e collettive delle partecipanti attraverso la condivisione di storie, di vissuti, di emozioni, di sogni e di speranze simili ma diversi in quanto propri di ogni donna nell’unicità della prorpia storia e del proprio essere. La possibilità di condividere e di ascoltare l’altra in un contesto “protetto” fatto di ascolto, supporto, comprensione e assenza di giudizio, crea un senso di appartenenza, di “sorellanza”, di solidarietà, diminuisce il senso di solitudine, di vergogna e inadeguatezza (non sono l’unica ad aver vissuto tutto questo), alimenta la speranza (soprattutto ascoltando sotrie di rinascita, di chi ce l’ha fatta ad uscire dal tunnel della violenza), è fonte di apprendimento di nuove strategie di coping, problem solving (come l’altra si è comportata in quella determinata situazione?), stimola la riflessione sulle proprie risorse (cosa so/posso fare io?). Tutto ciò può aiutare queste donne nella ricostruzione del proprio Sè autentico, consapevole, ri-generato, ri-conquistato. Inoltre, il contesto gruppo presenta alcune peculiarità che lo rendono adatto alle donne vittime di violenza in quanto la figura della psicologa può apparire meno minacciosa e soverchiante rispetto al colloquio clinico singolo, facilitando la costruzione di relazioni di uguaglianza. La narrazione della relazione violenta spesso connotata da reticenza, vergogna e umiliazione può essere particolarmente difficile per talune e più facile per altre donne che la trovano liberatoria. La dinamica di gruppo permetterebbe al gruppo di “scaldarsi” e ad altre donne il tempo di riorganizzare i pensieri rispetto ai propri vissuti, per elaborare le parole adatte a condividere l’esperienza, il coraggio e la fiducia nell’altra. La durata del sostegno psicologico di gruppo dipenderà dalla capacità delle partecipanti ad elaborare emotivamente ed a condividere la propria esperienza.

Laddove nel percorso si presenti la necessità o nel caso ci sia una richiesta specifica, possono prevedersi colloqui con i figli minori di età, ulteriori vittime della violenza domestica. Le conseguenze derivanti dalla violenza assistita sui minori possono manifestarsi a breve e lungo termine e possono compromettere un sano ed equilibrato sviluppo fisico, cognitivo e psico-emotivo del minore stesso. Il fatto che le violenze avvengano nella maggior parte dei casi nell’ambito familiare (e quindi reiterati nel tempo) ne comporta la loro cronicità e, dunque, gravità. La gravità degli esiti delle forme di violenza assistita, inoltre, sarà tanto maggiore quanto più il maltrattamento è ripetuto nel tempo e rimane non identificato, vi è un forte legame di dipendenza tra vittima e abusante e il vissuto traumatico rimane non espresso e non elaborato. In letteratura è stata riscontrata una forte correlazione tra violenza assistita e insorgenza di patologie psicologiche e psichiatriche come l’ansia, il disturbo post-traumatico da stress, la depressione, la psicosi, la scarsa autostima, il suicidio, la dipendenza da nicotina, alcool, sostanze stupefacenti, comportamenti sessuali a rischio, disturbi della sfera alimentare (anoressia, bulimia), obesità e disturbi “psicosomatici”. Sul piano delle relazioni significative, “la violenza domestica, in misura diversa a seconda della sua gravità, danneggia le competenze genitoriali, influenzando e compromettendo fortemente la relazione con figlie e figli” (CISMAI) non soltanto con il genitore maltrattante ma anche con il genitore maltrattato. In questo contesto, lo sviluppo di Modelli di Attaccamento disfunzionali e Modelli Operativi Interni inadeguati sono alcune delle conseguenze. “Assistere alla violenza del padre nei confronti della madre non solo crea confusione nel mondo interiore dei bambini su ciò che è affetto, intimità, violenza, ma va anche a minare il cuore delle relazioni primarie e quindi lo sviluppo di un attaccamento sicuro. I bambini vittime di violenza assistita necessitano di tempestivi interventi riparativi mirati/specialistici a livello individuale e della relazione madre-bambino” (CISMAI). In questa prospettiva, l’intervento di sostegno si propone la precoce rilevazione di segni e sintomi comportamentali e relazionali e la costruzione di specifici percorsi (individuali, di gruppo e della coppia madre-figlio) attraverso dei laboratori psico socioeducativi, condotti dalla psicologa con il supporto delle operatrici del Centro.

Infine il progetto prevede la realizzazione di materiale informativo e divulgativo da distribuirsi sul territorio provinciale per sensibilizzare le donne a rivolgersi ai centri antiviolenza e promuovere i servizi del Centro.

Obiettivi del Progetto Rinascita

  • Garantire una maggiore assistenza ed un maggior sostegno alle donne vittime di violenza e ai propri figli minori a carico
  • Promuovere l’emancipazione dalla situazione di violenza attraverso il rafforzamento personale,
  • Tutelare i minori vittime di violenza assistita e/o diretta
  • Favorire sul territorio la conoscenza del fenomeno della violenza sulle donne e delle strutture nate per contrastare il fenomeno stesso

Sintesi del Progetto Rinascita

Scarica il materiale informativo (PDF)

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L’Autore

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Siamo un gruppo di professioniste impegnate da anni in iniziative ed attività in favore di donne vittime di violenza di genere ed i figli a carico, che hanno deciso di costituirsi in un’associazione di volontariato denominata CENTRO D’ASCOLTO ARIEL.

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