Descrizione del Progetto Alba
IIl progetto “ALBA”: RICERCA E AZIONE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE E CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE SULLE DONNE, finanziato dalla Regione Calabria, prevede attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione della violenza di genere nelle scuole reggine in particolare e sul territorio provinciale in generale, nonché attività di orientamento lavorativo e di sostegno alle utenti del Centro.
ATTIVITA’ DI INFORMAZIONE, SENSIBILIZZAZIONE E PREVENZIONE
I giovani spesso ignorano o tengono in scarsa considerazione il fenomeno della violenza, in particolare quella domestica, nonostante questa sia in realtà la più diffusa nel nostro paese. Le nuove generazioni sono spesso sviate da informazioni giornalistiche che parlano di “delitti passionali” quando ci troviamo, invece, di fronte a femminicidi, eludendo in questo modo il problema di tipo culturale della violenza di genere.
Il focus dei primi incontri che si terranno nelle scuole verterà proprio sulla ricerca e correttezza non solo semantica dei termini violenza e violare. La violenza sarà trattata il tutte le sue forme e declinazioni. Dopo ogni intervento informativo presso le scuole, sarà distribuito un questionario mirato ad indagare la percezione dei ragazzi sul fenomeno della violenza domestica e non, sul loro immaginario legato alla vittima e al maltrattante e sulle loro ipotetiche reazioni di fronte ad una situazione di violenza.
I risultati del questionario saranno discussi con gli studenti all’interno di seminari al fine di fornire più informazioni possibili sul reale problema della violenza, eliminando eventuali pregiudizi e stereotipi legati soprattutto alla violenza domestica.
OBIETTIVI
- dare informazioni e fornire dati sulla definizione e sulla diffusione della violenza di genere e sulle sue caratteristiche
- mettere a fuoco gli stereotipi più comuni sui soggetti autori di violenza nei confronti delle donne
- creare consapevolezza sui comportamenti e gli atteggiamenti violenti che connotano una “cultura della sopraffazione”
- promuovere una cultura della prevenzione e della non-violenza
- aiutare ragazzi e ragazze a gestire i conflitti relazionali
CONTENUTI
- definizione della violenza, nello specifico violenza contro le donne, partendo dalle definizioni che ne dà l’OMS (1996 e 2002), l’ONU (1993) e la Convenzione di ISTANBUL
- analisi degli stereotipi più comuni relativi alle caratteristiche dei soggetti autori di violenza nei confronti delle donne
- analisi degli stereotipi più comuni relativi alle donne che subiscono violenza
- analisi e riconoscimento di “comportamenti a rischio” premonitori di possibili manifestazioni di sopraffazione e violenza
- conoscere le associazioni che operano sul territorio per la prevenzione della violenza contro le donne e i servizi di accoglienza e sostegno alle donne maltrattate.
ORIENTAMENTO LAVORATIVO E SOSTEGNO
Al fine di potenziare le attività di supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza c.d. economica, il Centro intende inoltre potenziare le attività di presa in carico, realizzando laboratori di autostima, gruppi di auto mutuo aiuto ed azioni mirate alla ricerca di un’occupazione. Con il termine autostima si intende il valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso.
L’autore dell’atto lesivo, nella gran parte dei casi tende a privare la donna del proprio valore, manipolandone lo stato psichico e limitandone la libertà d’azione. Si tratta di atteggiamenti che si insinuano gradualmente all’interno della coppia, che possono innescare crescenti dubbi da parte della vittima sulle sue effettive capacità. La conseguenza è che spesso le donne vittime di violenza arrivano a ritenere meritato l’abuso subito.
L’obiettivo è quello di combattere le convinzioni limitanti e migliorare il rapporto con sé, con gli altri e col mondo, “allenando” le competenze di comunicazione, le abilità sociali, la gestione delle emozioni. La donna inizia a sperimentare un aumentato senso delle proprie capacità e potenzialità positive, uscendo dal ruolo di vittima, vista come soggetto passivo e debole, e diventando, piuttosto, un soggetto attivo, una persona padrona della propria vita ed in grado di prendere decisioni autonome e importanti anche relativamente al proprio percorso di cambiamento. I gruppi di auto mutuo aiuto sono incontri duranti i quali le donne che subiscono violenze sono libere di dire e fare quello che sentono: qualcuna racconta, qualcuna ascolta, si tratta semplicemente di avere la possibilità di confrontarsi con storie simili alla propria, per sentirsi meno sole.
Spesso le donne che subiscono violenza si sentono in colpa, a forza di sentirsi insultare e sminuire dal proprio compagno finiscono per adattarsi all’idea di non valere nulla e di meritarsi i maltrattamenti, capita soprattutto quando si isolano e non hanno particolari relazioni oltre a quelle interne alla famiglia. Nel gruppo c’è la possibilità di riscoprire il valore delle relazioni, di sentirsi capite e, spesso, di allacciare legami affettivi importanti. Il progetto è inoltre finalizzato a promuovere l’orientamento lavorativo delle donne assistite dal Centro.
Il problema principale per le donne che concludono il percorso di fuoriuscita dalla violenza e dalle conseguenze da essa prodotta, è dato dalla difficoltà di inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro, difficoltà determinata dai seguenti fattori: la bassa scolarizzazione, le poche esperienze lavorative pregresse (spesso le donne non hanno mai svolto un’attività lavorativa fuori dall’ambiente domestico), problemi di conciliabilità dei tempi di lavoro con quelli legati alle responsabilità di cura da parte di quelle donne che hanno figli minori; l’impossibilità di essere inserite in percorsi facilitanti l’inserimento nel mercato di lavoro destinati a soggetti svantaggiati in quanto le donne vittime di violenza non vengono ritenute tali.
L’accompagnamento delle vittime verso l’uscita da un contesto di violenza mediante il recupero della piena autonomia personale passa da una prima fondamentale fase di accoglienza e ascolto, al sostegno durante tutto il percorso di recupero dell’autostima, per la ricostruzione di un progetto di vita autonomo.
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